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Le magie delle spezie: ovvero, la Cannella

La Cannella (o cinnamono) è un albero sempreverde della famiglia delle Lauracee, originario dello Sri Lanka, dal quale si ricava l’omonima spezia. Usata principalmente come agente aromatizzante, è uno dei principali componenti delle cucine mondiali (e non solo) da molto tempo. Per secoli, infatti, i nostri antenati l’hanno utilizzata come rimedio per i disturbi respiratori e digestivi.

Molto meno però sapevano sui suoi effetti benefici come antiossidante, antinfiammatorio, antilipemico, antidiabetico, antimicrobico e anticancerogeno. Effetti, questi, che fanno pensare a un suo utilizzo come coadiuvante terapeutico nella medicina complementare e alternativa.

TIPI DI CANNELLA

Esistono principalmente quattro tipi di cannella:

  • Cannella vera o cannella di Ceylon o cannella messicana (Cinnamomum zeylanicum);
  • Cannella indonesiana (Cinnamomum burmanni);
  • Cannella vietnamita (Cinnamomum loureiroi);
  • Cannella Cassia o cannella cinese (Cinnamomum aromaticum).

Sulla base dell’aspetto dell’aculeo (bastoncino), è possibile differenziare la cannella di Ceylon dalle altre varietà. La prima è più morbida e di colore più chiaro e arrotolata a strati; mentre le altre sono più scure, dure, cave e arrotolate in un solo strato.
Anche se molto costosa, la cannella di Ceylon è preferita per i suoi bassissimi livelli di cumarina e per il gusto delicato e sapore mite. Secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), la Cannella Cassia è stata per anni la causa principale dell’esposizione alimentare alla cumarina, sostanza aromatica altamente epatotossica e cancerogena.

BOTANICA E COMPOSIZIONE CHIMICA

La cannella viene esportata sotto forma di aculei da quattro principali paesi: Indonesia, Cina, Vietnam e Sri Lanka. Questi sono ricavati pelando la corteccia e poi arrotolandola in tubi (di qui il nome italiano cannella, ovvero piccolo tubo). I diversi oli ottenuti da questa interessante pianta producono diversi costituenti, tra cui soprattutto: cinnamaldeide (nell’olio della olio di corteccia), eugenolo (nell’olio di foglie), e canfora (nell’olio di radice e corteccia). I frutti e i fiori sono una ricca fonte di acetato trans-cinnamilico.

UN PO’ DI STORIA

L’uso della cannella può essere fatto risalire addirittura al 2800 a.C., allora chiamata “Kwai” in lingua cinese. Era un componente dell’olio di unzione usato da Mosè per l’unzione come menzionato nella Bibbia. I Romani la usavano per le sue proprietà medicinali per le malattie dell’apparato digerente e dell’apparato respiratorio. Era anche usato nei funerali romani per respingere l’odore dei cadaveri; nonché utilizzato in Egitto per l’imbalsamazione delle mummie e per la sua fragranza e proprietà aromatizzanti.

Successivamente, essendo la spezia tanto costosa quanto apprezzata, la sua ricerca diventò nel XV secolo una delle motivazioni dietro il viaggio di Cristoforo Colombo, che portò alla scoperta del nuovo
mondo, e per l’esplorazione di Vasco da Gama dell’India del Sud e dello Sri Lanka. Il paese nativo della vera cannella o cannella di Ceylon fu infatti trovato in Sri Lanka, noto anche come Ceylon. Divenne così evidente che qualsiasi paese che poteva governare su quell’area, aveva anche il controllo sul commercio mondiale della cannella, con il risultato che avrebbe raccolto immensi profitti. Così, nel corso degli anni, si ebbe dapprima la dominazione dei portoghesi, poi sopraffatti dagli olandesi, seguiti infine dagli inglesi nel 1815.

Oggi la spezia viene coltivata principalmente in Sri Lanka lungo la fascia costiera da Negombo a Matara.

CANNELLA E DIABETE

La gestione dell’indice glicemico in un diabetico è una delle sfide più importanti affrontate quotidianamente dal clinico moderno. Vari studi hanno dimostrato che un controllo glicemico meticoloso, con trattamento insulinico intensificato e sulfoniluree, può risultare in una diminuzione delle complicazioni microvascolari e dei costi di ospedalizzazione. Inoltre, un preciso controllo non solo dei livelli di glucosio nel sangue, ma anche del profilo lipidico e della pressione sanguigna, gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione delle complicazioni in un diabetico.

Tuttavia, la mancanza di uniformità nel trattamento dovuta ai fattori individuali – come la diminuzione dell’effetto della medicina nel tempo e lo sviluppo della dipendenza da farmaci allopatici per paura di un’assunzione di medicinali con notevoli effetti collaterali da perpetrare per tutta la vita – si aggiunge al problema esistente. In un contesto del genere dunque, l’introduzione della cannella come coadiuvante naturale alla terapia antidiabetica ha ravvivato l’interesse di molti scienziati (e pazienti) a causa dei suoi abbondanti effetti pleiotropici.

Il ruolo della cannella nella regolazione dei livelli di glucosio nel corpo è stato dimostrato in numerosi studi di controllo randomizzati. Ad esempio, una meta-analisi di Allen et al. fatta per 10 studi randomizzati controllati (campione di 543 pazienti) ha stabilito che la cannella, quando assunta in una dose di 120 mg/giorno a 6 g/giorno per circa 4 mesi, porta una diminuzione statisticamente significativa dei livelli di glucosio plasmatico a digiuno insieme a un miglioramento del profilo lipidico.

Sono state avanzate varie ipotesi sul suo meccanismo d’azione. In particolare, si ritiene che la spezia possa avere un’azione insulino-mimetica e insulino-sensibilizzante. La cassia di cannella gioca un ruolo significativo nella fosforilazione di proteine di segnalazione e nel miglioramento dell’espressione di trasportatori di glucosio sensibili all’insulina: effetti che si traducono in un’attenuazione dell’insulino-resistenza. È stato poi dimostrato che in seguito all’esposizione agli estratti acquosi di cannella, c’è un aumento dell’espressione del recettore PPAR α e γ, che allo stesso modo può contribuire al suo ruolo nella resistenza all’insulina. Il suo effetto sul PPAR γ è peraltro analogo a quello dei tiazolidinedioni, altri farmaci particolarmente utilizzati nel trattamento del diabete di tipo 2.

CANNELLA COME NOOTROPO

Un nuovo studio ha valutato l’effetto dell’estratto liofilizzato della corteccia di CZ (LCZE) sulla demenza indotta da streptozocina nei roditori. Si è concluso che il gruppo trattato con LCZE ha ottenuto risultati migliori e ha migliorato la discriminazione tra un oggetto familiare e un nuovo oggetto in caso di test di riconoscimento degli oggetti.

La cannella sembrerebbe contenere sostanze fitochimiche che aumentano la capacità del cervello di utilizzare il glucosio. Questo è stato anche illustrato dalla diminuzione dei marcatori di stress ossidativo come la malondialdeide (MDA). Inoltre, la stessa capacità di migliorare la resistenza all’insulina costituisce un meccanismo importante, in quanto in grado di limitare i cambiamenti indotti dall’Alzheimer nel cervello e modulare la segnalazione dell’insulina a livello cerebrale.

AZIONE ANTIMICROBICA

Il componente cinnamaldeide della cannella è responsabile della sua attività antimicrobica. Può inibire la crescita di Listeria ed Escherichia coli nei prodotti alimentari, potenziando così la loro durata di conservazione. Per esempio, in uno studio recente, l’effetto della cannella è stato studiato contro vari organismi (batteri, come lo Staphylococcus aureus, funghi come Aspergillus flavus), dimostrandosi particolarmente efficace contro i funghi, soprattutto in combinazione con l’olio di chiodi di garofano.

AZIONE ANTIOSSIDANTE E ANTI-INFIAMMATORIA

L’ossidazione dei lipidi è un’altra sfida importante durante i processi tecnologici dell’industria alimentare moderna: antiossidanti naturali servono come il pane. La proprietà antiossidante della spezia è in particolare dovuta all’eugenolo, composto aromatico che si è dimostrato in grado di inibire la nitrazione indotta dal perossinitrito e la perossidazione lipidica in modelli in vitro. Un effetto antiossidante, questo, che è stato recentemente esteso alla sua applicazione nei disturbi del fegato: l’estratto etanolico ha dimostrato di diminuire la perossidazione lipidica indotta dal tetracloruro di carbonio con conseguente caduta dei marcatori di stress ossidativo come MDA.

La natura poliedrica della cannella ha incitato i ricercatori ad approfondire i suoi probabili usi anche come antiinfiammatorio. L’estratto acquoso possiede un effetto antinfiammatorio in vitro, evidenziato dalla caduta dei livelli di fattore di necrosi tumorale α e Interleuchina 6. I ramoscelli di C. osmophloeum, in particolare, contengono composti come trans-cinnamaldeide, ossido di cariofillene, eugenolo, L-borneolo che possiedono attività antinfiammatoria.

CANNELLA E MALATTIE CARDIOVASCOLARI

Uno studio animale sui ratti Sprague Dawley ha valutato l’effetto della C. cassia sulla cardiopatia ischemica. I componenti attivi cinnamaldeide e acido cinnamico sono stati valutati come cardioprotettivi grazie alla loro capacità di produrre ossido nitrico e alle proprietà antinfiammatorie associata. L’effetto di vaso-rilassamento è stato in particolare attribuito alla componente cinnamaldeide, che inibisce i canali al calcio di tipo L con meccanismo analogo ai quello dei calcio-antagonisti (CCB).

La cannella è poi nota per avere un effetto di riduzione dei lipidi plasmatici. Uno studio in vitro ha recentemente dimostrato che l’estratto di C. zeylanicum (0,75 g/kg polvere di corteccia) è efficace quanto la simvastatina (0,6 mg/kg
peso corporeo), noto farmaco per il trattamento dell’ipercolesterolemia. Tuttavia, se questo effetto è significativo
o meno negli esseri umani rimane da chiarire. Secondo un altro studio, l’effetto della cannella sul livello di colesterolo
diventa insignificante nei ratti anche dopo aver aumentato l’assunzione fino a 5 volte il normale.

Anche se l’effetto della cannella è stato ampiamente studiato rispetto al diabete, poco lavoro è stato fatto per quanto riguarda il suo ruolo nel mantenimento della pressione arteriosa. Come spiegato, la spezia provoca vasodilatazione periferica, con conseguente caduta della pressione arteriosa in cani e cavie. Una recente revisione sistematica ha quindi suggerito che la cannella può causare una caduta significativa nella pressione sistolica così come nella pressione diastolica, anche se il meccanismo preciso rimane da accertare. La proprietà vaso-rilascianti sembrerebbero dovute alla produzione di ossido nitrico (o monossido di azoto, NO), noto neurotrasmettitore con effetto vaso-dilatante.

INTERAZIONI ED EFFETTI COLLATERALI

Come anticipato, la cannella Cassia contiene alti livelli di cumarine, che possono rivelarsi epatotossiche in dosi elevate. A causa della mancanza di consapevolezza riguardo ai limiti standard della cannella in questi prodotti, è quindi consigliabile per i pazienti affetti da disturbi epatici di evitare la spezia o ridurne le dosi al minimo (qualità Ceylon)

Un’assunzione giornaliera di più di di 0,1 mg/kg di peso corporeo può portare a cospicui effetti sul profilo di coagulazione del sangue se il paziente è contemporaneamente con farmaci anticoagulanti come il warfarin. Tuttavia, questi risultati sono molto contraddittori.

CONCLUSIONI

La cannella è stata per secoli usata come spezia nella vita quotidiana senza alcun effetto collaterale. Diversi studi si sono occupati e si occupano oggi delle numerose proprietà della cannella sotto forma di corteccia, oli essenziali, polvere di corteccia e dei suoi componenti, composti fenolici, composti fenolici in primis. Ognuna di queste proprietà gioca un ruolo chiave nel progresso della salute umana.

Alla fine della fiera insomma, la cannella è una delle spezie più deliziose e più salutari del pianeta. Può abbassare i livelli di zucchero nel sangue, ridurre i fattori di rischio per le malattie cardiache e possiede una pletora di impressionanti benefici per la nostra salute.

Basta assicurarsi di procurarsi la cannella di Ceylon, o limitarsi a piccole dosi se si utilizza la varietà Cassia!

BIBLIOGRAFIA

Kawatra P, Rajagopalan R. Cinnamon: Mystic powers of a minute ingredient. Pharmacognosy Res. 2015 Jun;7(Suppl 1):S1-6. doi: 10.4103/0974-8490.157990. PMID: 26109781; PMCID: PMC4466762.

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